Lanzarote: La leggenda del Diavolo del Timanfaya

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Diavolo del Timanfaya

Lanzarote è un’isola tranquilla, un po ‘ come tutte quelle dell’arcipelago delle Canarie. Il marrone della terra e il nero delle rocce laviche sono i colori di questa isola che sembra disegnata da un pittore.

Nei secoli sono stati tanti i viaggiatori e i marinai che hanno trovato conforto e protezione su questa terra emersa dall’Oceano Atlantico e i vulcani disseminati sull’isola sono i custodi di storie e leggende che per secoli hanno trovato origine qui.

Tra le più affascinanti, nonché la più importante per gli isolani, c’è quella del “Diavolo del Timanfaya”, una storia d’amore finita in tragedia.

La leggenda ha origine intorno all’anno 1730, quando una coppia di giovani ragazzi del paese di Timanfaya era prossima al matrimonio.

Lui era uno dei ragazzi più belli dell’isola e figlio dell’uomo più ricco di Lanzarote; lei era invece la figlia di un agricoltore di piante medicinali, grazie alle quali era in grado di curare le persone.

Il matrimonio cominciò e tutti gli abitanti dell’isola erano intenti a godersi questo giorno speciale con balli, canti e cibo. Era un evento importante per la comunità e tutto filava per il verso giusto fino a quando la terra non iniziò a tremare violentemente.

 

Diavolo del Timanfaya, matrimonio

 

Da uno dei vulcani della zona arrivò un boato assordante, che fece tremare le ossa di tutte le persone che, terrorizzate, assistettero all’evento. 

Un esplosione fortissima partì dalla bocca del vulcano e nubi dense di zolfo, lapilli e lava schizzarono in cielo. In contemporanea iniziarono ad eruttare anche gli altri vulcani dell’isola, il cielo si tinse di nero e la terra non accennava a smettere di tremare sotto i colpi violenti di quei giganti risvegliati.

Macigni enormi partirono dai crateri e mentre i presenti al matrimonio, compresi gli sposi, correvano per cercare riparo, uno di questi massi incandescenti colpì la giovane ragazza uccidendola all’istante.

 

Diavolo del Timanfaya, eruzione del vulcano

 

Il ragazzo, spettatore impotente della scena, corse da lei schiacciata sotto al masso gridando aiuto. Nessuno corse in suo soccorso e anzi gli venne urlato di lasciar perdere e di scappare perché per la sua giovane moglie non c’era più niente da fare.

Lui non si arrese, convinto di poter ancora salvare la vita della ragazza, così, guardandosi intorno trovò una forca a cinque punte. Corse a prenderla e facendo leva sotto al masso riuscì con un incredibile sforzo a spostare la roccia.

 

Diavolo del Timanfaya, morte di Vera sotto al masso

 

Quando vide la moglie, ormai priva di vita e sanguinante, capì che non c’era veramente più nulla da fare e iniziò a gridare al cielo tutta la sua disperazione.

Con gli occhi rossi, gonfi di lacrime, prese tra le braccia il corpo della ragazza e insieme alla forca a cinque punte si diresse verso la vallata incandescente e piena di lava di Timanfaya.

 

Diavolo del Timanfaya, la disperazione di Aloe che guarda le eruzioni dei vulcani

 

Passarono le ore e quel ragazzo non arrestò mai la sua camminata disperata. Voleva sfidare il vulcano per avergli tolto in un attimo tutto quello che per lui era importante nella vita. 

La luna piena illuminò la vallata rosso fuoco di Timanfaya, i vulcani continuavano il loro processo di distruzione e l’isola, ormai ridotta all’immaginario dell’inferno, non potè far altro che vedere uno dei suoi figli avvicinarsi all’impossibile impresa.

Il ragazzo, ormai privo di forze, sfiancato dalla lunga camminata, lasciò cadere a terra il corpo della giovane moglie, fece alcuni passi e con tutto il fiato che aveva in gola, alzando in alto il forcone a cinque punte, iniziò a gridare verso il cielo. La lava, ormai giunta in prossimità del giovane, lo inghiottì e lo portò via per sempre.

 

Diavolo del Timanfaya, i pobre diablo

 

Gli abitanti dell’isola che assistettero alla struggente scena, piegati anche loro dalla disperazione per la perdita di queste giovani vite, sospirarono “ipobre diablo!”, “povero diavolo”.

Dal sangue lasciato sul terreno della giovane ragazza nacquero delle piante medicinali, le stesse coltivate proprio dal padre. L’uomo, in memoria dei due ragazzi, decise di rinominare queste piante, dal grande potere curativo, con i nomi dei due sposi: Aloe e Vera.

 

Diavolo del Timanfaya, Aloe e Vera

Il Diavolo del Timanfaya nell’attualità

Ad oggi l’immagine del “ipobre diablo”, del “Diavolo del Timanfaya” non è solo il simbolo dell’isola di Lanzarote, ma è anche il simbolo del “Parco naturale del Timanfaya”. Una delle zone protette più belle e importanti dell’isola. 

Si pensa che questa figura sia un eredità di Cesar Manrique, l’artista più importante di Lanzarote che per la sua amata isola ha dedicato quasi tutte le sue opere.

Il “Diavolo del Timanfaya” è il simbolo dell’amore per la difesa e la protezione di Lanzarote e Manrique lo creò come “guardiano dei vulcani”. Il forcone a cinque punte evoca invece il rispetto per la natura lanzaroteña. 

Per gli isolani è un elemento importante, fa ormai parte della tradizione popolare e questo simbolo viene spesso regalato come amuleto o statuetta in segno di protezione.

 

Federico 

Samira Carletti, Illustratrice

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